Il presidente della cooperativa mi diceva: “fossero tutte come sua figlia”, ero risuscito a farle avere una casa popolare e un lavoro, che è un diritto e la àncora al mondo reale. Poi è cambiato il presidente, uno che ha concetti stereotipati e nessuna conoscenza del disagio mentale. All’improvviso ci sono problemi, mi chiama e dice “cosa succede? tua figlia ha cambiato carattere… è maleducata, offende colleghi di lavoro”.
Cambia il contratto da 5 a 2 giorni a settimana e oggi continua a lavorare, l’ho convinta a restare.
In tutti questi anni non sono riuscito ad avere una diagnosi precisa.
Anche al CPS non capivano, ho avuto una diatriba con l’Assistente Sociale che incolpava i genitori delle condizioni di mia figlia, io chiedevo cosa fare ma non forniva risposte concrete. Quando cambio CPS una dottoressa mi convoca e finalmente mi fornisce le risposte chiave: soffre di disturbo bipolare.
Ha quarant’anni e il problema è stato scoperto dieci anni fa, ma se lo portava dietro dalle elementari, era asociale con i coetanei, aveva comportamenti che preoccupavano i docenti… Portata al policlinico e mi avevano detto “Abbiamo 6 mesi di tempo e l’allontaniamo dalla scuola o si precipita”. Con la musicoterapia si sbloccò, fino alle superiori, ma aveva ancora problemi comportamentali con episodi di aggressione.