Il gioco degli specchi

Quando da operatore ho accompagnato in metropolitana Vittorio, un uomo enorme, per andare in Duomo, lui aveva paura e ha iniziato a urlare. Tutti si sono spaventati e sono scappati dal metrò, ma era lui che aveva paura e nessuno lo capiva. 

Un cavallo è diverso da te perché non puoi diventare come lui, ma un matto sì, ti fa paura perché potenzialmente puoi diventare come lui.

Puoi parlare o scrivere di una cosa se ce l’hai dentro. Io ho cercato quella scintilla di follia dentro di me e ho costruito un libro sulla follia, da musicoterapeuta a scrittore sulla follia.