Senza ascoltarmi mi hanno dato una condanna di falsa testimonianza.
Quando mio figlio Kamau aveva 6 mesi ed ero incinta di questa nuova bambina, un giorno è successo che Kamau ha iniziato ad avere la febbre alta e non scendeva. Il pediatra mi ha consigliato una medicina e io sono corsa in farmacia, sono andata di corsa perché ero spaventata. Da casa mia alla farmacia ci son un paio di fermate di autobus e sull’autobus c’erano i controllori. Io ho l’abbonamento, ma l’avevo lasciato a casa perché ero uscita di corsa, con me non avevo neanche i documenti, ma solo la fotocopia del contratto di affitto della casa.
Il controllore insisteva che ci voleva un documento, ma sul contratto di affitto c’è scritto il nome di mio marito e quello di un’amica che ha fatto da garante, perché ci vogliono due stipendi per garantire l’affitto, ho spiegato anche che sul citofono non c’è il mio nome, e alla fine sono riuscita ad andare in farmacia e sono tornata a casa.
Dopo qualche tempo, è arrivata una denuncia del tribunale perché non risultavano corretti i nomi (il mio e quello dell’intestatario dell’affitto). Sono andata in tribunale, e quando hanno visto che ero incinta hanno rinviato il processo senza ascoltarmi. Dopo la nascita del bambino mi hanno convocata di nuovo e ancora senza ascoltarmi mi hanno comunicato una condanna per falsa testimonianza. Non ho mai potuto parlare per spiegarmi.
Adesso l’avvocato ha fatto il ricorso, ma io non sapevo neanche come fare con un avvocato, perché io non ho mai avuto cose di questo tipo.